ADHD
L’ADHD è un Disturbo del Neurosviluppo, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei.
“Si è stimato che il disturbo, in forma grave tale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione scolastica, cioè quasi 80.000 alunni”.
Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc.
Secondo i criteri diagnostici del DSM-5 l’ADHD è:
Persistente pattern di inattenzione e/o iperattività-impulsività che interferiscono con il funzionamento e lo sviluppo del bambino, insorgono prima dei 12 anni e devono essere osservabili in due o più ambiti da almeno 6 mesi;
A prevalente manifestazione: combinata, inattentiva, iperattiva/impulsiva
Con tre differenti gradi di severità: lieve, media e severa
Il percorso migliore per la presa in carico del bambino/ragazzo con ADHD si attua senz’altro quando è presente una sinergia fra famiglia, scuola e clinica.
Le informazioni fornite dagli insegnanti hanno una parte importante per il completamento della diagnosi e la collaborazione della scuola è un anello fondamentale nel processo riabilitativo.
In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie – richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo.
Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali le misure previste dalla Legge 170 per alunni e studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento.
